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Area Tematica
"Paesaggi della realtà"
Anche la rappresentazione
della realtà subisce la trasformazione che opera l’artista.
I paesaggi sono veri ma filtrati dalla visione soggettiva
di chi li rappresenta.
Orti urbani
Orti urbani, comunicare il nostro territorio: Lepini e
Pianura pontina. Opera esposta alla Biennale
d'arte contemporanea - città di Latina 2014. Composta da
32 piccole tele di 15 cm con tecnica colori ad olio.
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L'amore è la memoria
L'amore
è la memoria, la
nostra, quella dei nostri avi
e del nostro prossimo, una serie di emozioni e di
sentimenti vissuti nel tempo che formano la nostra
anima”. Questa considerazione del
nostro vivere la città dalla nascita fino al
presente ce la fa amare e sentire nostra. L’opera
rappresenta un percorso storico partendo dall’antichità,
dalla Latina di Satricum, nel territorio pontino fino ad
oggi. La nostra città
è stata denominata Latina nel 1946, dopo la fie
della guerra rievocando le antiche origini. Quindi
la prima opera s’intitola “Città Latina”. Poi
osserviamo la rievocazione della palude, la
rinascita del territorio
con la
prima fioritura dei villaggi ed infine la città
di Littoria nel 1932. Foto in bianco e nero ma con note
di colore che la rendono viva e che mostrano lo sviluppo
della comunità al centro delle
varie attività. Latina nuova nei suoi giardini,
nelle sue bellezze, si perché Latina è bella, anche se
molti sostengono il contrario, sono rappresentati alcuni
eventi quali il natale ed il carnevale. Infine si
vogliono rappresentare le grandi difficoltà a cui
andiamo incontro perché le amministrazioni , non solo
locali, non portano avanti i progetti, spendendo
montagne di denaro
e lasciando le opere che occorrono alla
collettività, incompiute: le terme di Fogliano, la
metropolitana, il porto, la viabilità mare – monti.
L’ultima opera, però, lascia speranza per un possibile
futuro per il decollo economico della città di Latina:
l’aeroporto.
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Paesaggio
pontino
Panorama del nostro
territorio visto da Castellone, località sulle pendici
del monte Semprevisa. Possiamo ammirare: la conca di
Suso, le colline di Sezze, la pianura pontina con i
campi coltivati, in lontananza il promontorio del
Circeo, il mare e anche le isole pontine. (È possibile
ammirare questo panorama nelle escursioni che l’Associazione
Culturale "Noi di Suso" propone ogni anno in
queste zone). |
La bonifica
(si scavano canali)
Siamo nella realtà
storica di Latina. Ispirato dall’osservazione di una
foto antica, è nato questo quadro che ricorda la nostra
origine e i nostri antenati i quali hanno lavorato tanto
da permetterci di vivere la condizione attuale che
considero di benessere. Scesa dal veneto nel 1932, la
nostra è una delle mille famiglie ricordate nel
monumento che si trova a Latina in piazza dei
Bonificatori, opera dell’artista Giuliana Bocconcello.
Sono orgogliosa di
appartenere ad una famiglia che ha collaborato a
migliorare le condizioni della palude pontina e di
essere cresciuta con la mia città che amo tanto. |
Ultima
spiaggia
Questo quadro è
l’espressione di un grande dolore, non solo mio ma di
tutta una collettività. L’opera rappresenta gli ultimi
istanti di vita di un bambino bello ed intelligente
scomparso a soli 8 anni. L’ultima spiaggia ha un senso
metaforico; il Lido di Latina al tramonto con i banbini
che giocano.
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Il litorale
del cuore
Vista del mare di
Latina e del promontorio di San Felice Circeo con la
nostra caratteristica vegetazione mediterranea:
ammiriamo le onde con il colore spirituale del viola, la
luce del cielo e il dinamismo nel movimento degli aironi
in volo. Tutto ciò mi è vicino. |
Paesaggio
della Longara
Paesaggio di una
località di Suso, sulle colline di Sezze (Latina ) |
Aurora a
Ponza
Paesaggio impresso
prima dell’alba a Ponza in località “Guarino”. |
Lago di
Fogliano
L’acqua, sempre
presente nei paesaggi, è animata da persone ed animali.
Ripropongo il Lago di
Fogliano, un altro scorcio della nostra bella “terra
latina”. |
Ritorno dal
lavoro
Gli abitanti della
campagna di Suso salgono le coste di Sezze per rientrare
dal lavoro svolto presso le campagne del “campo
inferiore”. Fino agli anni ’60 ancora molti contadini si
recavano al lavoro con il carretto trainato dal cavallo:
scendevano le coste di Sezze verso le tre di notte e
rientravano la sera prima che fosse completamente buio.
Li ricordo perché quando con la mia famiglia scendevo da
Sezze per andare a Latina con l’automobile incontravo la
fila dei carretti che rientrava e contemporaneamente si
vedeva, e si vede tuttora, il bel paesaggio della
pianura pontina con le figure geometriche dei campi
lavorati. |
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